mercoledì 21 gennaio 2015

Libertà di parola solo se la pensi come me

Caro amico che mi stai leggendo, ti invito preventivamente a mettere solo commenti positivi a questo post, perché chi non la pensa come me è fobico.
Non so di preciso quale sia la fobia di chi non la pensa come me, ma sicuramente ne esisterà una.



Questo pensiero nasce dopo aver sentito le parole di Papa Francesco, alla domanda su cosa ne pensasse sui fatti di Parigi del 7 gennaio.

Il Papa ha esposto lungamente quanto sia sbagliato uccidere in nome di Dio, sostenendo che anche la Chiesa in passato ha commesso gli stessi errori, citando ad esempio la Notte di san Bartolomeo, una strage ad opera dei cristiani avvenuta proprio a Parigi. 
Poi ha aggiunto che però anche la libertà di espressione dovrebbe avere dei limiti, perché quando si offende "è normale aspettarsi un pugno".

Di tutto il discorso, questa è l'unica frase che è rimasta in mente, riportata da tutti i mezzi di comunicazione:


"è normale aspettarsi un pugno"

Su queste parole ecco che monta la futile polemica dei soliti ipocriti.

Monica Lanfranco
Esempio eclatante è quello della giornalista (femminista, formatrice sui temi della differenza di genere) Monica Lanfranco che atea convinta, tanto da sostenere che "una entità (dio) non ha ancora manifestato la sua esistenza", in nome della non violenza consiglia al Papa: "I pugni, Francesco e tutti gli altri, imparate a tenerli in tasca." in nome di quella che deve essere una libertà di espressione non vincolata da nulla.

Peccato che questa, dopotutto, brava giornalista, sia la persona meno adatta per riuscire a comprendere il senso delle parole del Papa. Partendo evidentemente ad una speciale antipatia verso la fede, non si è fatta sfuggire l'occasione per cogliere in fallo colui che quella fede rappresenta.

Un po' come quegli amici che non sanno una parola di inglese, ma pretendono di spiegarti Shakespeare.

Allo stesso modo, ci parla di non violenza, la stessa persona che ritiene giusto uccidere milioni di bambini perché la donna deve poter scegliere (parliamo di aborto), sostenendo che quello non è omicidio per ragioni che non sono spiegabili neanche laicamente.

Ci parla di libertà di satira, la stessa persona che sostiene che sia stato un bene ritirare della magliette perché sessite.
E scrive:
"nell’avvilente gara dell’insulto e della mancanza di rispetto. Il problema non è il senso dell’umorismo è la mancanza di educazione alla relazione, (in famiglia, a scuola, nella società) l’assenza della percezione del pericolo che la cultura sessista rappresenta nella vita quotidiana, il vuoto di responsabilità individuale e collettiva per gli effetti che produce il rappresentare, il parlare, il ridere delle donne in modo così odioso e offensivo.
Tra la dissacrazione del potere (il re è nudo) e la violenza di queste scritte c’è un mondo. Cominciamo con il dire che queste magliette sono violente, scriviamo civilmente a chi le espone affinché le rimuova, facciamo lavorare i neuroni, creiamo discussioni perché serve cultura, condivisione e attivazione di spirito critico, non stiamo in silenzio. In questo caso le magliette sono state tolte, ed è già un primo passo." (articolo integrale)

Ho riportato buona parte dell'articolo, perché è giusto contestualizzate un discorso, che si sia d'accordo o meno. Ma da questo lungo pensiero, mi permetto di estrapolare solo una frase


l’assenza della percezione del pericolo che la cultura sessista rappresenta nella vita quotidiana

Cosa vuole significare questa frase. La mia impressione è che la giornalista voglia dire che tutelando la libertà di espressione, quando si parla di temi attinenti alle donne bisogna essere cauti nel denigrarle, perché ne possono nascere azioni violente.

 tratto da jenusdinazareth
Certo se io leggessi che una donna e una lavatrice sono simili perché entrambe danno il meglio a 90°, sorriderei ma non mi sognerei mai di considerare mia moglie, mia madre o una qualsiasi donna inferiore a me.
D'altronde se mi raccontano una barzelletta su Gesù non penso di fare un attentato.

A questo punto è evidente come sia insensata la polemica sulle parole del Papa, visto che poi, in fondo, ognuno sugli argomenti che toccano la propria sensibilità non ride affatto quando si fa satira, anzi ipotizza conseguenze violente.

La verità è che nel mondo siamo 6 miliardi, e ad ognuno gli scattano i 5 minuti che neanche te ne accorgi. Se fratti una vecchietta da casa questa è capacissima che ti mette una bomba.

Quindi cari amici... come dicevo all'inizio fatemi solo commenti positivi.