Il terrorista prima di tutto è sempre il nostro avversario, perché sono proprio le sue azioni a generare in noi terrore, un tale terrore da giustificare qualunque nostro comportamento per debellare il pericolo.
La giustificazione è necessaria per soddisfare quell'autostima sociale, che ci permetta di difendere le condotte antietiche che dovremo adottare per uccidere i terroristi. Perché il nostro fare è sempre dettato dalla necessità e non dal puro piacere dell'uccisione.
Eppure ci sarebbe da chiedersi come mai questi terroristi si comportino in un modo tanto spietato, perché uccidano per il solo piacere di farlo.
La questione di fondo in effetti è un'altra, ovvero le risorse. Risorse limitate per soddisfare la voglia di benessere di tutti. In questo contesto (e non in maniera assoluta) non esiste il bene e il male, ma semplicemente il NOI e il LORO.
La storia delle cose http://youtu.be/oktdSO_J3Vc |
Quel NOI assume quindi un sapore amaro, come quando sappiamo che qualcuno sta mentendo per proteggerci, per tutelare il nostro diritto al benessere, ma che ci porta a pensare che un menzognero è pur sempre un menzognero e, visto che le risorse saranno sempre meno e le persone da tutelare non potranno che diminuire, prima o poi potrebbe toccare a noi essere l'altro da etichettare come terrorista o con qualche altro termine che susciti disprezzo sociale.
Prima o poi... o forse ora.
Da "Il Garantista" del 6 agosto 2014 http://digitale.ilgarantista.it/giornalistiindipendenti/books/140806catanzaro |