martedì 18 ottobre 2011

15 ottobre 2011 - Indignados nel mondo e in Italia


Ho aspettato qualche giorno per scrivere le mie impressioni circa quello che è successo lo scorso 15 ottobre a Roma, in occasione della manifestazione mondiale, fatta per sensibilizzare i vari governi a indirizzarsi verso una politica economica più equa verso tutte le classi sociali.


Una protesta che in ogni Paese è stata portata avanti dagli "Indignati" che in maniera diversa hanno visto calpestare la loro dignità da governi concentrati in politiche economiche virtuali e non basate sulla realtà.
Debiti contratti dai più grandi paesi industrializzati, che hanno portato all'arricchimento di pochi, e che adesso dovranno essere ripianati dal lavoro sottopagato dei cittadini. Si assiste quindi ad una precarietà lavorativa di giovani e adulti, che porta con se altrettanta precarietà familiare e quindi sociale. E' infatti chiaro che solo con famiglie solide si può costruire una politica economica seria, capace di crescere e prosperare.

Manifestazioni a Londra, Zurigo, Berlino
e sotto Varsavia, Manila e Francoforte
In tutti i Paesi le manifestazioni si sono svolte, tutto sommato, con una certa tranquillità, solo a Roma alcune centinaia di violenti, sono riusciti a mettere a ferro e fuoco la città. Si poteva evitare?
Chiara la mia lontananza verso questi gesti, che non reputo dettati dalla estrema necessità che spesso fa scoccare la scintilla della violenza. Ma bisogna sicuramente visualizzarli in un contesto sociale in cui sempre meno si investe in cultura, istruzione, sano rispetto verso le istituzioni; tanto che ormai famiglie e scuole sono sempre più soggette a quel precariato di cui sopra.
Ma come si può pensare di educare e indirizzare verso quello che si potrebbe definire "lo sfogo produttivo", ovvero modi per sfogare le energie giovanili verso modelli di attività virtuose che possano far crescere la coscienza personale e l'amore verso se stessi, quando i modelli di riferimento sono personaggi che inneggiano all'egoismo secessionista, ministri che fanno dichiarazioni prossime all'apologia di reato; quando non vi è la certezza della giustizia e del diritto, quando l'impunità parte dai piani alti dei palazzi.

Vero è che mentre il governo incassava l'ennesima fiducia, questo modello di politica veniva sfiduciato dall'ennesima inefficienza politica. La dimostrazione è nella storia quotidiana di solo qualche mese fa.
Inghilterra, Francia, Grecia, Paesi Arabi.


Nota positiva è sicuramente la funzione di elevata democrazia e il potere che internet ha messo nelle mani della gente, quella propositiva che la usa per comunicare per organizzarsi e dare discredito all'informazione di parte: è stato così che in un primo momento i telegiornali ci volevano proporre solo l'immagine violenta della manifestazione, salvo poi ripiegare dandole quella valenza che veramente voleva avere.
Tutti gli "articoli" di non giornalisti che hanno inondato la rete ci hanno permesso di capire che i violenti erano pochi e non tutti i partecipanti. Ci hanno permesso di capire che le forze dell'ordine erano insufficienti e non preparate a quello che sarebbe successo.
Ci permette ogni giorno di sapere che siamo in tanti: